Female gaze ovvero lo sguardo femminile

Prima di introdurre l’argomento che riguarda il female gaze è necessario e doveroso contestualizzare il male gaze.

Il male gaze è il modo in cui nell’arte – soprattutto visiva e letteraria – viene narrata la donna. La visione è prettamente maschile e la donna, indipendentemente dal personaggio che rappresenta, viene proposta come un oggetto per il piacere maschile. Deve essere attraente, bella, provocante ed evocare le fantasie maschili. Il quadro che ne esce è di un oggetto di piacere.

Jill Soloway ha sollevato la riflessione accendendo i riflettori sui personaggi femminili presenti nella produzione cinematografiche e televisiva dove il fenomeno del male gaze è palese. Basti citare – come esempio – la saga di James Bond. La figura femminile incarna l’idea stessa del fenomeno. 

La Soloway è convinta che per parlare di female gaze non basta ribaltare la definizione, ovvero , “la rappresentazione di un mondo, e degli uomini, da un punto di vista femminile, presentando gli uomini come oggetti del piacere femminile”.  Questo concetto non esalterebbe le qualità femminili più centrate nella narrazione del sentimento e dell’emozione.

Per poter parlare di female gaze è necessario porre delle basi differenti e queste basi, sempre secondo la Soloway sono:

  • Visione dei sentimenti. I personaggi hanno il compito di evocare e condividere le emozioni nel momento stesso che si manifestano, piuttosto che fermarsi a mostrarle. Per conseguire questo scopo diventa fondamentale puntare la telecamera sull’emozione e non sull’azione del personaggio. Diventa fondamentale recuperare l’uso del corpo come veicolo dell’emozione.
  • Uso della camera con lo scopo – certamente complesso – di mostrare come ci sente ad essere guardati come oggetto di piacere
  • Terzo elemento è la sfida di ricambiare lo sguardo. Riuscire ad abbattere il vecchio modo di osservare la donna trasformandolo in un “vederci” “siamo qui” “non voglio più essere un oggetto”. Voglio diventare un soggetto.

Il terzo elemento contiene in sé la sfida di non limitarsi al linguaggio cinematografico, ma è una richiesta socio-politica di giustizia nel modo di fare arte. Alla luce di queste nuove prospettive è doveroso parlare di Female Gaze. Appare evidente che questo punto di vista sia differente da quello maschile ed è importante che venga sostenuto per arricchire, indistintamente uomini e donne. 


Parole Chiave:

COMMENTI

Simona03-06-21 22:15
Interessante prospettiva . Ero ignara dell'argomento. Grazie per la lettura
Donna Incanto03-06-21 22:17
Grazie..

INSERISCI UN COMMENTO

Inserisci il tuo nome

Questo sito NON immagazzina le informazioni degli utenti. Ti consigliamo di non utilizzare il tuo cognome.