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Genitori concentrati nello spianare la strada ai propri figli per non rischiare di minare la loro autostima. Indaffarati ad assisterli affinché non si trovassero a gestire una sconfitta. Il risultato era palese: bambini iperprotetti incapaci di gestire il fallimento.
Attualmente i genitori elicottero sono quelli che, vedendo il figlio o la figlia in difficoltà si adoperano per aiutarli spianando loro strada.
Quali sono le differenze fra i due concetti? Direi nessuna. Con il passare degli anni è stato effettuato un restyling al nome, ma la sostanza non si è alterata.
Qual è il nocciolo della questione? Dove è importante portare delle modifiche affinché i figli crescano adeguatamente?
Riprenderei un concetto espresso egregiamente da Winnicott “una mamma deve essere sufficientemente buona”. Questa frase racchiude il concetto di genitorialità in modo esemplare e aiuta a eliminare i sensi di colpa che hanno condotto verso la deriva educativa. Essere genitori è un impegno complesso e difficoltoso e spesso siamo oppressi dal giudizio di chi ci circonda. Viviamo in contesti dove la pubblicità, le serie tv ci mostrano una realtà di famiglie sempre pronte al dialogo, capaci di ascoltare e dire la parola giusta al momento giusto. Il tema imperante, che funge da sottofondo, è quello racchiuso nella frase e vissero felicemente contenti.
Internet ha sdoganato il pensiero che non bisogna punire, che i bambini vanno sempre stimolati, rassicurati, che dobbiamo prestare attenzione alla loro autostima. Concetti encomiabili, ma il risultato è stato catastrofico. Abbiamo generato un'ondata di bambini e ragazzi tiranni e egocentrici che si sentono in potere di compiere qualsiasi azione e non si sentono neppure responsabili per il loro agito con alle loro spalle genitori sempre pronti a proteggerli e difenderli, trovando continue giustificazioni anche nei casi più limite. Mi riferisco agli episodi di bullismo, di cyberbullisismo o violenza fisica.
Non mi interessa ricercare il colpevole, sono più interessata a trovare soluzioni.
Cosa non ha funzionato?
Abbiamo confuso il nostro bisogno di non sentirci in colpa con il loro bisogno di avere un punto di riferimento educativo. Ci siamo pressoché dimenticati del concetto della regola.
Che cos’è un bisogno?
Il bisogno di un bambino o di un adolescente è quello di sperimentare le sue competenze, sfidarsi nella conquista. Tutto questo sottintende la sconfitta. Proprio quella che i genitori spazzaneve o elicottero temono maggiormente. Proviamo a soffermarci proprio sui bisogni e cerchiamo di collocarli adeguatamente.
Da 1 a 3 anni Essere lavato, nutrito, stimolato nelle prime conquiste etc…
Dai 4 ai 5 anni Essere reso autonomo nelle piccole operazioni di cura.
Dai 6 agli 8 anni Aiutato nei compiti
Dai 9 ai 10 anni Giochi di movimento all’interno di un gruppo
Dagli 11 ai 12 anni Trovare qualcuno che gli chieda la lezione.
Dai 13 ai 14 anni Uscire il sabato pomeriggio con gli amici. Innamorarsi per la prima volta.
Dai 16 ai 18 anni Essere trasgressivi nel vestirsi, essere in competizione con l’adulto.
Attenzione, quando si parla dell’autonomia e scoperta bisogna essere accorti dell’ambiente che si mette loro a disposizioni. È indispensabile che il bambino sperimenti la pittura, ma siamo noi che dobbiamo stabilire – a priori – lo spazio per la sperimentazione. Nostro figlio non è in grado di farlo. È giusto che un adolescente esca con i propri amici, ma siamo noi genitori a stabilire l’orario per rincasare come siamo noi a stabilire il budget della paghetta prestando attenzione alla quantità di denaro che stiamo erogando.
La regola?
Comprendere i bisogni dei figli implica strutturare delle regole che devono essere condivise, in primis, con il partner e poi trasmesse ai figli. Non significa ridursi a cavalier servente dei pargoli. Questa attitudine è nociva per loro e per la coppia genitoriale. Educare significa saper rispondere ai bisogni dei figli e non trasformarsi in servitori.
Insegniamo loro ad essere autonomi, cominciando dal riordino, al sapersi vestire e non essere gli assistenti, colf e maggiordomi trincerandoci dietro la scusa che abbiamo poco tempo a disposizione. L’educazione comporta grandi sforzi, sacrifici e modifiche delle nostre abitudini.
Quindi, proviamo a spostare le nostre energie nel comprendere meglio i bisogni e strutturando regole adeguate rispetto all’età dei figli, piuttosto che concentrare le energie sul proteggere eccessivamente i figli. Ne trarremo beneficio entrambi.
Foto di Comfreack by Pixaby
Per approfondire
M’ama, non m’ama. Il dilemma dei genitori degli ultimi decenni
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