Impariamo ad "ululare" tutte insieme

Sono una donna, nata in quella parte del mondo dove ho la possibilità di scegliere se sposarmi o no, di studiare, lavorare, portare a termine una gravidanza, fare carriera e denunciare il mio carnefice.

Non vorrei rivendicare la mia identità femminile attraverso slogan accusatori di una società patriarcale, mi sento un essere umano che appartiene ad un sistema costituito da esseri viventi con il diritto sacrosanto di vivere al meglio e nel rispetto reciproco la propria esistenza.

Non mi basta che la cronaca riporti, giustamente, i fatti. Vorrei che alle denunce seguissero prese di coscienza ed impegni finalizzati alla riduzione drastica di queste abitudini insane e perpetuate.

La mia indole mi spinge a pensare che al di là del sesso, nessuno debba essere vittima di un carnefice.

Credo che sia doveroso denunciare qualsiasi tipo di abuso su un altro essere vivente, ma poi mi sorge una domanda.

Una volta che ho appreso l’ingiustizia, cosa posso fare nel mio piccolo affinché non si perpetui nel tempo?

Martin Luther King aveva un sogno, che tutti gli uomini fossero uguali.

Il mio sogno è che il mondo attui quella trasformazione tanto millantata, ma ancora lontana dalla realtà, dove tutti siano, non solo uguali, ma anche spinti da azioni positive e non dal soddisfacimento di piaceri egoistici o desiderio di supremazia.

Come posso o meglio, possiamo attuare tutto ciò?

Partendo dal basso, iniziando nel nostro piccolo giardino a creare alleanza fra le donne, rivendicando la nostra fierezza, la nostra indole accogliente e protettiva per la conservazione della specie.

Noi donne possiamo costruire una nuova patria, partendo dal nostro piccolo giardino interiore, costruito attraverso anni di sogni, lavoro e facciamo in modo che il terreno fertile si sparga lentamente anche in altri giardini, un giorno sarà un territorio unico, risorto dalle ceneri.

Questo mondo si costruirà attraverso le nostre esistenze, i nostri sogni, pianti e risa. È un mondo che vale la pena costruire, in cui vale vivere.

Noi donne non possiamo sottrarci a questo cambiamento. Se cambiamento deve esserci, noi dobbiamo essere le artefici.

Impariamo dalle lupe, ringhiamo quando ci sentiamo attaccate, uniamoci in branco per difenderci e difendere la prole, non esitiamo a scuotere la testa, ululare ogni volta che avvertiamo il sapore o il colore dell’ingiustizia.

Impariamo dalle streghe a schernire i nostri carnefici. Usiamo l’ironia con le situazioni che ci portano a sentire male nelle nostre viscere.

Creiamo un cerchio dal fuoco sacro, sempre ardente attraverso il web, che serva ad unirci in un solo scopo, quello di permettere a tutte di vivere pienamente la propria esistenza, nel rispetto degli spazi degli altri.

Attuiamo una sorta di rivoluzione non violenta dai toni squisitamente femminili per fare in modo di essere ascoltate e appoggiate nel nostro desiderio di creare un mondo migliore.

Cominciamo ad organizzare lo sciopero delle massaie e non limitiamoci a creare eventi che trattino la tematica delle donne.

Attacchiamo con pungente ironia, tutte insieme, articoli, trasmissioni…che derubricano fatti di cronaca con una chiave di lettura che giustifica, in qualche modo, la violenza su donne e bambini.

Non limitiamoci a rigovernare il nostro giardino, ma prendiamoci cura, ogni volta che si presenta l’occasione, di una donna in difficoltà.

Ricostruiamo quel rapporto di sorellanza che ci ha contraddistinte nei tempi passati e creiamo una rete che ci unisca e non ci divida.

La nostra sofferenza sarà minore e la condivisione aiuta a trovare nuove strategie.

Sono consapevole che tutto ciò potrebbe rasentare l’utopia, ma dobbiamo lottare per un mondo migliore, fosse anche per crearlo per i nostri figli.

"Ovunque voi siate, venite allo scoperto. Lasciate orme profonde, poiché ne siete capaci. Siate la vecchia sulla sedia a dondolo che culla l’idea finché non torna giovane. Siate la donna coraggiosa e sapiente che impara a vedere attraverso l’illusione. Non distraetevi ad accendere fiammiferi come la “Piccola fiammiferaia”…resistete fino a trovare coloro a cui appartenete come “il brutto anatroccolo”…come la lupa, raccogliete le ossa di preziosi valori perduti e cantate per riportali in vita.

Perdonate quando potete, dimenticate un poco e create molto. Quel che fate oggi influenzerà la vostra discendenza femminile in futuro. Le figlie delle vostre figlie probabilmente vi ricorderanno, e, soprattutto, seguiranno le vostre orme".

(Donne che corrono coi lupi – Clarissa Pinkola Estes)


Parole Chiave:

COMMENTI

INSERISCI UN COMMENTO

Inserisci il tuo nome

Questo sito NON immagazzina le informazioni degli utenti. Ti consigliamo di non utilizzare il tuo cognome.