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Vanna De Angelis ricostruisce gli atti processuali alle donne accusate di stregoneria nel periodo storico che parte dal Medioevo fino all’illuminismo. La ricostruzione permette al lettore di trarne un’immagine di donne che – nonostante le torture subite, e la consapevolezza di morta certa – reagiscono tenendo testa ai loro aguzzini.
Oltre alla riproduzione degli atti, vi sono testimonianze di personaggi illustri, come Michel de Montaigne che osservano il fenomeno - ora considerato come femminicidio – condannando la società in cui ha avuto luogo.
Le donne sottoposte ai processi di stregoneria erano spesso “donne di medicina”, le anticonformiste dell’epoca, donne libere. I processi hanno coinvolto e sconvolto la vita di molte in quel periodo oscuro, passando dall’Italia, la Francia, la Germania e la Spagna.
L’efferatezza era simile in tutti questi paesi, bastava un semplice sospetto che si finiva sotto processo e poi al rogo. Non si è si è trattato di un fenomeno isolato, ma si conta che furono bruciate circa 100 000 donne.
ho letto lentamente questo libro perché è stato complesso accattare – come persona – la barbarie dettata da ignoranza e superstizione che non è imputabile esclusivamente al mondo maschile, ma che ha visto coinvolte altre donne che hanno condannato – grazie alla possibilità di denuncia anonima – altre donne ad una fine orribile. Credo sia importante conoscere la storia di tutte queste donne per non cadere nelle stesse gabbie mentali che vedono “il diverso” come nemico. Le streghe “venivano condannate da uomini che furono giuristi, filosofi, progressisti in politica, gran dottori di ingegno e di sapere. Eppure tutti, appena nell’aria si fiutava la strega, svuotavano il loro cranio e il cuore per imboccare arroganti, maledettamente fieri e del tutto impertinenti la strada dell’ottusità e della ferocia. Instancabili nella caccia delle streghe” (Vanna de Angelis pag. 19)
Piemme edizioni 2016
Foto di Kim by Flickr
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