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Daria e Ada, madre e figlia unite da un destino comune: parlare attraverso il corpo e percepirsi grazie a scambi vibrazionali.
Ada è una danzatrice che ha forgiato il movimento per rappresentare il dialogo, Daria è la figlia, venuta al mondo per una mancata diagnosi.
Il loro incontro potrà avvenire solo attraverso la comunicazione non verbale e Ada imparerà a riconoscere i bisogni della figlia proprio attraverso la codifica di piccoli movimenti, suoni gutturali e intuizioni.
Ada si ammalerà e scoprirà, attraverso l'immobilità causata dal cancro, una nuova prospettiva per comprendere la figlia.
Lo consiglio perché
Il libro è delicato, profondo e intimo. Ada d'Adamo riesce a raccontare le sue paure, la sua amarezza con grazia e delicatezza.
Affronta la tematica della disabilità con lucidità e senza mai cadere in banali affermazioni.
Apre il suo cuore anche alla narrazione del calvario del cancro e anche in questa occasione riesce a trasformare il dolore in un messaggio positivo, rivolto alla vita e ad essere presente nel momento, trovando spunti di riflessione positivi anche di fronte allo spegnersi della sua breve vita.
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