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L'annuncio dichiarava che, per poter accedere al posto, era necessario avere figli autonomi o famigliari in grado di occuparsene a tempo pieno in modo da poter garantire alla lavoratrice la presenza sul lavoro.
L'annuncio è lo specchio della nostra società. Una donna che ha la necessità o il desiderio incontra molti ostacoli. Se giovane perché potrebbe decidere di diventare madre con tutte le 'conseguenze' che un figlio porta con sé. Quando ha superato l'età riproduttiva la sfida che deve affrontare è quella di faticare ad inserirsi nel mondo lavorativo.
Insomma per una donna è sempre tutto complicato.
I governanti millantano una sorta di riforma per arginare il problema, emettono piani d'intervento che manifestano le pari opportunità (anche salariati), il sostegno alle donne in difficoltà con prole e ultima fra le idee, quella di mettere un bollino alle aziende virtuose che si impegnano a fare rispettare la parità di genere nei luoghi di lavoro.
Francamente credo che il problema sia alla base e non basteranno leggi e decreti a risolvere la questione. Fintanto che nessuno effettuerà controlli sull'applicazione delle normative, sarà sempre complicato per una giovane donna o una anziana trovare il giusto riconoscimento e collocamento lavorativo.
Non bastano le leggi se la realtà è così lontana dal legislatore.
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